
Negli ultimi anni avrai sicuramente sentito parlare di GLP-1: dai titoli dei giornali alle star di Hollywood che ne decantano i risultati, fino alle discussioni sui social. In molti casi l’attenzione si concentra sulla perdita di peso come fenomeno estetico, ma è importante guardare oltre l’hype per capire se, e in che modo, questi farmaci possano essere utili alle donne che attraversano la perimenopausa e la menopausa.
La menopausa rappresenta una transizione biologica complessa, caratterizzata da una progressiva riduzione della funzione ovarica e dalla cessazione definitiva del ciclo mestruale. A livello endocrino, il declino degli estrogeni esercita un impatto sistemico, influenzando non solo l’apparato riproduttivo ma anche il metabolismo, il sistema cardiovascolare, la composizione corporea e la salute ossea. In particolare, il calo degli estrogeni altera la distribuzione del grasso corporeo, favorendo un fenotipo androide (distribuzione del grasso corporeo concentrata soprattutto su addome e vita, tipica del corpo “a mela”) con accumulo viscerale, e promuove insulino-resistenza attraverso meccanismi che coinvolgono l’infiammazione cronica di basso grado, alterando il funzionamento delle cellule e dei vasi sanguigni.
Questo scenario metabolico sfavorevole spiega l’interesse crescente verso terapie capaci di intervenire precocemente su questi assi fisiopatologici.
In questo articolo proviamo a fare chiarezza: cosa sono i GLP-1, come funzionano, quali benefici possono offrire, quali rischi comportano e soprattutto cosa sappiamo finora del loro ruolo nelle donne in menopausa.
I GLP-1 spiegati bene: come funzionano davvero
Il GLP-1 (glucagon-like peptide-1) è un ormone prodotto dall’intestino quando mangiamo, in particolare carboidrati e grassi. Oltre a stimolare la secrezione insulinica in modo glucosio-dipendente, il GLP-1 inibisce la secrezione di glucagone, rallenta lo svuotamento gastrico, riduce l’appetito attraverso l’azione su recettori ipotalamici e agisce sul sistema nervoso autonomo modulando la risposta parasimpatica.
I farmaci agonisti del recettore GLP-1 (come liraglutide, semaglutide e tirzepatide) imitano questo meccanismo naturale, ma in modo più potente e duraturo. Per questo aiutano a controllare la glicemia, l’appetito e il peso, agendo su diversi organi chiave come pancreas, cervello, intestino e cuore.
Gli effetti metabolici includono:
Uno degli effetti più studiati e documentati degli agonisti del recettore GLP-1 è la significativa perdita di peso, perché aiutano a mangiare meno e a sentirsi sazi più a lungo.
L'entità della perdita di peso varia a seconda del principio attivo, della dose somministrata, della durata del trattamento e del profilo clinico del paziente.
Questi risultati sono significativamente superiori rispetto a quanto ottenuto con altri farmaci anti-obesità attualmente disponibili e superano di gran lunga i risultati medi ottenibili con sola dieta ed esercizio (circa 3–5%).
È da qui che nasce l’hype: una promessa di “presa in carico” del peso corporeo che sembra semplice, rapida, condivisibile. Ma la realtà è più articolata e richiede una valutazione clinica attenta.
Perché i GLP-1 attirano così tanto interesse in menopausa
Il periodo menopausale è associato a un incremento del rischio di sindrome metabolica, diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari (CVD). La prevalenza della sindrome metabolica nelle donne postmenopausa può raggiungere il 45%, con una correlazione diretta tra tempo dalla menopausa e severità del profilo metabolico alterato.
La transizione menopausale si accompagna inoltre a un declino della massa muscolare (sarcopenia) e della massa ossea, con incremento del grasso intramuscolare e viscerale. Questi cambiamenti aumentano la probabilità di sviluppare resistenza insulinica e infiammazione sistemica cronica (inflammaging), due elementi chiave nella genesi dell’aterosclerosi e del diabete.
I GLP-1RA, oltre agli effetti sul peso e sulla glicemia, modulano l’attività infiammatoria e possono favorire una redistribuzione del grasso corporeo, con riduzione selettiva del grasso viscerale e potenziale beneficio sul profilo lipidico e pressorio. Questo rende i GLP-1RA farmaci interessanti anche per la prevenzione primaria cardiovascolare in donne ad alto rischio oppure in un momento in cui le vie tradizionali (alimentazione, esercizio) da sole non sempre sono sufficienti.
Cosa dice la scienza: benefici oltre il mito della “dieta miracolosa”
Gli studi clinici hanno dimostrato che l’uso di agonisti GLP-1RA può portare a:
Uno studio su donne in postmenopausa con obesità ha mostrato che semaglutide 2,4 mg settimanale era associato a una riduzione del peso medio di 11,8 kg in 68 settimane, con benefici anche su qualità della vita e parametri cardiovascolari.
Alcuni studi su animali indicano che questi farmaci potrebbero avere effetti protettivi su vasi sanguigni e cervello, riducendo infiammazione e stress cellulare.
Gli agonisti del recettore GLP-1 possono quindi rappresentare un'opzione farmacologica efficace per la perdita di peso nelle donne in perimenopausa e menopausa. In queste popolazioni, il trattamento ha mostrato: riduzione del peso corporeo, del grasso viscerale, e della massa grassa, miglioramento del profilo glicemico e effetti favorevoli sui lipidi
È importante sottolineare che la letteratura scientifica è in evoluzione e che questi benefici vanno interpretati nel contesto clinico complessivo della donna. Non esiste un’unica soluzione che valga per tutte.
Rischi e aspetti critici da considerare
Come tutti i farmaci, anche i GLP-1RA presentano un profilo di rischio che va attentamente considerato. Gli effetti avversi più comuni sono gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), generalmente autolimitanti. Tuttavia, in alcuni soggetti possono causare disidratazione o necessitare di sospensione.
Possono inoltre presentarsi effetti avversi importanti come colecistite e pancreatite.
La perdita di peso rapida, se non accompagnata da un adeguato apporto proteico e attività fisica, può favorire la perdita di massa magra, peggiorando il rischio di sarcopenia. Questo è particolarmente rilevante in menopausa, fase in cui già si osserva una fisiologica riduzione della massa muscolare e della forza.
Per quanto riguarda la salute ossea, i dati sono contrastanti. Alcuni studi suggeriscono un possibile effetto neutro o lievemente negativo sulla densità ossea, mentre altri indicano un possibile beneficio indiretto legato alla perdita di peso e alla riduzione del grasso midollare. Servono studi specifici a lungo termine su donne con rischio osteoporotico conclamato.
Inoltre, la risposta individuale ai GLP-1RA può variare sulla base del profilo genetico, metabolico e del microbiota intestinale.
Menopausa e GLP-1: quindi, che ruolo possono avere?
I GLP-1RA possono rappresentare uno strumento utile, all’interno di una strategia terapeutica integrata, in donne con obesità viscerale, sindrome metabolica o insulino-resistenza documentata. La decisione di introdurli nella pratica clinica deve basarsi su una valutazione multidimensionale: BMI, circonferenza della vita, composizione corporea (massa magra/grassa), comorbidità, stile di vita, aderenza e preferenze personali.
È utile inquadrare la donna in base al “fenotipo metabolico” (ad esempio: resistente all’insulina, con NAFLD, sarcopenica), per orientare la terapia in modo più preciso.
La collaborazione tra endocrinologo, ginecologo, dietologo e fisiatra può massimizzare i risultati, soprattutto in presenza di controindicazioni o comorbidità multiple.
È importante ricordare che non si tratta di sostituire con il farmaco l’attenzione allo stile di vita o di cercare soluzioni “migliori e più veloci”, ma di prendere decisioni informate come parte di un piano di cura multidisciplinare. Alimentazione equilibrata, attività fisica su misura (inclusa la componente di forza muscolare), supporto emotivo e monitoraggio clinico restano pilastri irrinunciabili.
Un approccio di lungo periodo, non di moda
I GLP-1 non devono essere visti come una scorciatoia o come un’alternativa alla prevenzione primaria. Il loro ruolo va integrato in un piano multidisciplinare che comprenda:
Solo con un approccio personalizzato, basato su evidenze e guidato da specialisti, è possibile trasformare l’opportunità terapeutica offerta dai GLP-1 in un reale vantaggio clinico per la salute delle donne in menopausa.
L’esperienza clinica e le evidenze emergenti ci dicono che non esiste un farmaco “miracoloso” che risolve tutto. I benefici dei GLP-1 sono reali per alcune donne e per specifiche condizioni cliniche, ma non sostituiscono una visione complessiva della salute in menopausa.
Guardare al GLP-1 come a uno strumento possibile, da valutare con competenza e attenzione, è molto diverso dal leggerlo come “il nuovo segreto delle star”. È una prospettiva che considera la donna nella sua interezza biologica, emotiva e culturale.
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Fonti scientifiche
Disclaimer:
Questo articolo ha finalità informative e non sostituisce il parere medico. Ogni decisione terapeutica va valutata con uno specialista.

